venerdì 29 aprile 2011

C’E’ ANCORA !!!
NON DECIDE IL GOVERNO,
MA LA CORTE DI CASSAZIONE!

SENZA ABROGAZIONE DELLA INTERA LEGGE
NON C’E’ ALCUNA GARANZIA SUL NUCLEARE


**Che fine farà ora il referendum sull’energia nucleare?

La domanda è sorta spontanea dopo il dietrofront a sorpresa del Governo sul proprio programma nucleare con un emendamento al decreto legge omnibus, oggi all'esame dell'aula del Senato, che prevede l'abrogazione di tutte le norme relative alla realizzazione di impianti nucleari in Italia. Proprio su questo punto, nonché sulla privatizzazione dell'acqua e sulla legge sul legittimo impedimento, sono chiamati a esprimersi i cittadini al referendum del 12 e 13 giugno. Ed è convinzione diffusa che lo stop agli impianti nucleari sia un tentativo del Governo di disinnescare la ‘mina’ del referendum, al quale dopo la tragedia nucleare di Fukushima, è prevista una massiccia partecipazione, in grado di superare ampiamente il quorum del 50 più uno degli aventi diritti al voto che serve a renderlo valido. Una nuova sconfitta dell’atomo alla consultazione referendaria, dopo la bocciatura del 1987 (anche quella sull'onda di un gravissimo incidente nucleare, quello di Chernobyl in Ucraina) significherebbe anche una sconfessione dell’esecutivo che per anni ha assicurato che il nucleare era l’unica soluzione possibile per i mali energetici del paese. L'opposizione  ha definito una "vittoria" del fronte anti nucleare la frettolosa 'marcia indietro' dal governo su questa opzione. Ma al tempo stesso ha denunciato a gran voce la convinzione che il ripensamento dell'esecutivo non sia figlio dell' effetto Fukushima ma bensì dell' effetto quorum referendario.


A questo punto spetta alla Cassazione dire l’ultima parola:
la decisione potrebbe essere quella di ridurre a due i quesiti del pronunciamento referendario del 12 e 13 giugno in quanto il primo risulterebbe inutile, vista la decisione assunta dal governo. Anche se, in tal caso, si potrebbero ridurre le motivazioni della partecipazione al voto. La Suprema Corte -dice il presidente emerito della Consulta Capotosti- dovrà infatti stabilire se l'abrogazione delle norme sulla realizzazione di nuove centrali sia sufficiente a soddisfare i quesiti del referendum. In caso contrario il referendum si terrebbe lo stesso anche se con "un quesito ristretto".

 



** estratto da www.zeroemission.eu

Nessun commento:

Posta un commento